Ville Ponti di Varese, convegno “Carcere e lavoro: Diritto, Rieducazione, Opportunità”

Si è tenuto nella mattinata di lunedì 29 maggio, presso il Centro Congressi delle Ville Ponti di Varese, il convegno dal titolo “Carcere e lavoro: Diritto, Rieducazione, Opportunità”, organizzato dalla Prefettura di Varese e dalla Camera di Commercio di Varese con altri Enti ed Uffici pubblici sulla tematica del lavoro dei detenuti all’interno e all’esterno dei luoghi di detenzione.

Dopo i saluti del Sindaco di Varese Davide Galimberti, del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, del Prefetto Salvatore Pasquariello, del Presidente della Provincia Marco Magrini e del Presidente della Camera di Commercio Mauro Vitiello, sono intervenuti l’On. Andrea Pellicini, con un relazione in ordine al quadro normativo generale, e il Sen. Alessandro Alfieri, che si è concentrato sulle opportunità che il PNRR può offrire in ordine agli investimenti in questa materia.

In maniera condivisa è emersa l’importanza dei benefici previsti dalla cosiddetta legge 22 giugno 2000, n. 193, cosiddetta legge Smuraglia, che consente alle imprese di usufruire del 95% degli sgravi sui contributi previdenziali e assicurativi e di un credito d’imposta fino a 520 euro al mese per ogni soggetto in esecuzione penale assunto con regolare contratto di lavoro.

Tale opportunità, infatti, da un alto, consente di rilanciare interi settori economici e produttivi, messi in ginocchio dalla crisi, e, dall’altro, offre alle persone detenute un’adeguata formazione ed esperienza utilizzabile anche al termine delle pene che, secondo l’art. 27, 3° comma, della Costituzione, “non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

E’ emerso, inoltre, da un recente studio del CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro che l’occupazione lavorativa dei detenuti riduce sostanzialmente la recidiva dal 70% al 2%; ciò, peraltro, offre un’adeguata soluzione alla piaga del sovraffollamento carcerario.

Dagli interventi dei relatori è stata evidenziata, altresì, ai fini dell’inclusione socio-lavorativa, l’importanza della formazione professionale dei detenuti, la quale, con la modifica dell’art. 15 dell’ordinamento penitenziario operata con la riforma del 2018, è divenuta autonomo elemento del trattamento rieducativo.

Non è mancata, durante il convegno, la condivisione di esperienze virtuose.

In particolare, è stato rilevato che nelle Case Circondariali di Varese e Busto Arsizio operano una ciclofficina, una cioccolateria, un orto e una falegnameria con commesse anche all’estero. Sono intervenuti, inoltre, l’imprenditore Luca Spada, presidente di Eolo s.p.a., che ha condiviso con i presenti la propria esperienza positiva con i detenuti lavoratori e Giancluca Caruso, rappresentante del Comune di Varese, che ha sottolineato come, in diversi anni di collaborazione, non ha mai registrato criticità nel rapporto con le persone detenute che hanno svolto, e svolgono ancora adesso, la propria attività lavorativa.

Al convegno sono stati invitati ad offrire un proprio contributo anche due detenuti ristretti presso le suddette case circondariali, i quali hanno raccontato la loro esperienza e gli effetti positivi che lo svolgimento dell’attività lavorativa ha prodotto nella loro vita.

Hanno, altresì, offerto il proprio contributo rappresentanti e dirigenti di uffici pubblici, tra i quali Emanuela Castiglioni, rappresentante della Provincia di Varese, che ha posto in evidenza l’avvio di una collaborazione volta ad introdurre interventi e servizi con le Case Circondariali di Varese e Busto Arsizio e con l’Ufficio locale di Esecuzione penale esterna, nonché la stipula di un protocollo d’intesa finalizzato a istituire uno sportello lavoro e formazione; Gianalberico Devecchi, Garante Regionale dei detenuti e delle persone private della libertà personale, che ha evidenziato come l’occupazione, anche solo per poche ore, in qualche attività lavorativa sia di fondamentale importanza per il detenuto e come, nonostante ciò, solo una minoranza di coloro che scontano una pena detentiva abbia la possibilità di lavorare; Antonio Massafra, intervenuto a nome di tutte le organizzazione sindacali, secondo il quale occorre implementare i progetti e gli interventi di coesione sociale al fine di consentire una più efficace inclusione dei detenuti.

Lidia Galletti, responsabile dell’Ufficio esecuzione penale esterna di Varese, e Teresa Mazzotta, Dirigente dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna, dopo aver evidenziato lo stato dell’arte, hanno sottolineato la necessità di implementare le opportunità lavorative anche a favore dei soggetti in esecuzione penale esterna per una loro inclusione sociale; Carla Santandrea, dirigente dell’Istituto penitenziario di Varese, in qualità di delegata del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Maria Milano, ha riportato le iniziative intraprese dal Provveditorato finalizzate ad offrire maggiori opportunità di formazione e lavoro retribuito ai soggetti detenuti; Maria Pitaniello, direttrice della Casa Circondariale di Busto Arsizio, dopo aver riferito che è imminente, presso l’istituto da lei diretto, l’apertura di una falegnameria che lavorerà per commesse esterne, ha sottolineato l’importanza di un’organizzazione di open day per favorire la conoscenza da parte delle realtà datoriali di quello che è il clima all’interno di un istituto, al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro mediante formazione prima e assunzione dopo; Raffaele Grillo, rappresentante dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Varese, che ha auspicato il mantenimento degli sgravi fiscali alle imprese e l’implementazione di un sistema che consenta un proficuo scambio delle informazioni tra le istituzioni coinvolte; Francesca Fiorella e Giuseppe Del Bene, rispettivamente Governatori del Distretto 108 Ib1 del Lions Club e del Distretto 2042 del Rotary Club, hanno posto in luce la necessità di creare, sempre più spesso, una rete fra i vari attori coinvolti sul tema al fine di avviare azioni e iniziative in favore della collettività e in tale contesto hanno sottolineato l’importanza del detenuto quale patrimonio umano da valorizzare.

Al convegno sono, inoltre, intervenuti l’On. Stefano Candiani, che ha auspicato una più intensa collaborazione tra le istituzioni e la necessità che venga realizzata a Varese una nuova casa circondariale, e l’On. Maria Chiara Gadda, che ha posto in evidenza la necessità di un dibattito parlamentare sul tema sottolineando come siano importanti, da un parte, le attività formative interne al carcere in grado di qualificare i detenuti, che in questo modo sarebbero in grado di proseguire l’attività anche dopo la carcerazione; dall’altra, la qualità del lavoro, in modo da occupare i detenuti in attività che siano richieste dal mercato.

Al convegno hanno partecipato, altresì, i Consiglieri regionali Samuele Astuti, Giuseppe Licata e Luigi Zocchi, i quali hanno posto l’accento sulla necessità di una proficua e più intensa collaborazione tra politica e pubbliche amministrazioni, al fine di rendere concreta la finalità rieducativa della pena attraverso il lavoro.

Il convegno, peraltro, ha rappresentato l’occasione per mettere in luce l’importanza della tematica, in un’ottica spiccatamente rieducativa, e di creare, come ha evidenziato il Sottosegretario alla Giustizia On. Andrea Delmastro nelle sue conclusioni, rapporti sempre più intensi tra Istituti penitenziari, istituzioni pubbliche e private e realtà imprenditoriali presenti sul territorio, onde rendere più efficace il “sistema Smuraglia”.

Ha ipotizzato, infatti, la stipula di vademecum e protocolli d’intesa tra le varie istituzioni coinvolte al fine di far conoscere alle realtà imprenditoriali la vita interna agli Istituti penitenziari e di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Gli interventi stato stati moderati da Don David Maria Riboldi, cappellano della Casa circondariale di Busto Arsizio e consigliere della cooperativa sociale “La Valle di Ezechiele”. Quest’ultima, in particolare, ha offerto ai presenti con una degustazione di prodotti di economia carceraria creati dai detenuti ristretti presso l’Istituto penitenziario di Busto Arsizio.

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